C2: Chianese, il nuovo "Special One" di Poggibonsi


21/04/2023 - Il giovane tecnico ha portato per la prima volta la Virtus nel massimo campionato regionale

In estate il suo passaggio da una sponda all'altra dell'Elsa, con il trasferimento dalla Poggibonsese alla Virtus Poggibonsi, aveva fatto non poco rumore nell'ambiente cittadino. Ferdinando Chianese, dopo aver condotto alla salvezza lo storico club giallorosso, aveva accettato una nuova sfida, trasferendosi ai "cugini" biancoazzurri. In realtà un ritorno, visto che aveva mosso i primi passi da tecnico come vice di Rudy Cucini proprio alla Virtus. Mesi dopo, la sfida raccolta è stata ampiamente vinta, con un campionato dominato dall'inizio alla fine ed il primo trofeo tra i senior nella personale bacheca, dopo i successi a livello di Juniores e Under 19 Nazionale a Siena. 
Ferdinando cominciamo dai momenti immediatamente successivi alla vittoria del campionato. Cosa hai provato al fischio finale?
Mi sono gettato a terra e ho lasciato andare via qualche lacrima di gioia. Poi dopo è partita la festa insieme a tutta la squadra e alla dirigenza. Finalmente dopo sette mesi di duro lavoro l’obiettivo prefissato a inizio stagione era stato raggiunto, con tre giornate di anticipo e una sosta di due settimane, meglio non potevamo chiedere. 
Avevi vinto campionati a livello giovanile e questa è la tua prima volta nei senior, cosa cambia in questi successi?
Onestamente qui ti godi molto di più il risultato. Nella Juniores e nell’U19 vinci il campionato, ma non hai nemmeno tempo di festeggiare che hai subito i playoff nazionali da preparare. Qui invece adesso, a campionato vinto, prendiamo tutto con un po’ più di leggerezza, ma sempre con serietà, perché comunque c’è una competizione da onorare fino alla fine. Un aspetto che comunque lo mette un gradino sopra agli altri due campionati vinti, è il fatto che questo l’ho vinto insieme ad un gruppo con cui siamo amici anche fuori dal campo da molti anni e un momento così lo sognavamo da tanto.
Inutile nascondere che ad inizio stagione eravate in primissima fila tra le favorite per la vittoria del campionato, ma dal tramutare i favori del pronostico in una vittoria ce ne corre. Quali sono stati i vostri meriti?
Secondo me quel che ha fatto la differenza è stato appunto quel gruppo di cui ti parlavo nella risposta precedente. Un gruppo unito e coeso dall’inizio alla fine. Gestire 17 giocatori poteva sembrare dura, invece anche per loro è stato uno stimolo a tenere sempre un ritmo alto negli allenamenti per cercare di non rimanere fuori dalla convocazione. E quando succedeva, il lunedì si allenavano ancora meglio per soffiare il posto ad un altro. Merito comunque anche della società che ha messo in piedi questa squadra di uomini, che non ci ha mai fatto mancare niente e mai fatto sentire soli, anche nei pochi momenti di difficoltà della stagione.
Dopo l'unica sconfitta stagionale, in casa contro il Terranuova, avete ingranato la sesta. Quindici risultati utili, dodici vittorie consecutive. Quel ko interno è stato un po' lo spartiacque della stagione?
Probabilmente si. Anche perché è stata una sconfitta arrivata dopo l’eliminazione dalla Coppa Toscana e avevamo perso anche la testa della classifica. Di li in poi, con la vittoria contro La Sorba abbiamo preso consapevolezza dei nostri mezzi, confermati con il pareggio contro le Remole alla prima di ritorno. Da lì in poi tutte vittorie, anche in campi difficili da espugnare.
In estate, perso Pellegrino, avete puntato sull'effetto "sorpresa". Il brasiliano Dainez è stato un colpo pazzesco, alla luce dei 57 gol segnati fino ad ora. 
Sicuramente l’acquisto di Dainez ha dato un apporto importante alla nostra squadra. È stata la ciliegina sulla torta di una campagna acquisti importante, tra nuovi arrivi (tutti da categorie superiori) e conferme del gruppo che aveva trascinato la Virtus alla finale playoff nella passata stagione. Ritornando ad Alex, non tutti gli anni si ha la “fortuna” di poter contare su un giocatore da 60 reti a stagione.  Ma comunque il suo risultato personale è frutto di un lavoro di squadra importante, dove i compagni lo hanno spesso messo nella condizione ideale di poter concludere a rete. 
L'anno prossimo sarà C1. Sarà ancora Chianese–Virtus e nel caso di cosa pensi abbia bisogno la squadra per poter competere al meglio nel massimo campionato regionale?
 Io spero che sia ancora Chianese–Virtus Poggibonsi anche in C1. Quando ho deciso di arrivare qui, l’ho fatto con l’intento di costruire qualcosa di importante per la società e per riportare più in alto possibile il calcio a 5 in Valdelsa. Ma ancora non ci siamo seduti al tavolino per una chiacchierata ufficiale. Unica cosa su cui entrambi siamo d’accordo, è che non vogliamo fare una C1 da comparsa, ma cercare di farla da protagonisti. Per far sì che questo accada ci vogliono degli innesti giovani di qualità, ma che al contempo abbiano anche esperienza. Il tutto senza perdere però pedine fondamentali già presenti in rosa. Se così non sarà, valuteremo cosa fare e se continuare insieme oppure no.
30 anni ancora da compiere, ma con tre campionati vinti ed una carriera che ti ha già visto allenare in C1, C2, C Femminile, U19 e Juniores. Mondi diversi da cui immagino tu abbia appreso aspetti diversi del mestiere di mister. Il tutto senza aver mai giocato a futsal, ma avendo vissuto questo sport da vicino fin da bambino. Ti aspettavi a 29 anni di poter essere già arrivato a questi risultati?
Onestamente no, quando ho iniziato non mi aspettavo tutto ciò. Anche se comunque nulla è dovuto al caso. Nel 2018, a soli 25 anni, ho partecipato al corso allenatori. Ho passato anni dove ho dedicato veramente tanto tempo a questo sport, dividendomi tra tre squadre, partendo dal venerdì fino ad arrivare alla Domenica. Sia con l'esperienza a Siena (C1, Juniores e U19) che con quella a Poggibonsi (Serie B, U21 e U19) sono maturato tantissimo, mi ha permesso di lavorare in staff di alto livello e di apprendere da persone che hanno anche fatto la storia di questa disciplina. Anche la parentesi nel periodo Covid nel Femminile a Prato mi è servita tantissimo. Inanzitutto è stata la prima esperienza "lontano" da casa e per la prima volta ho capito quali sono anche i sacrifici del farsi due ore di strada per fare sport. Li sono maturato più sotto un'aspetto gestionale che tecnico. Purtroppo non è andata bene, ma è un'esperienza che auguro a tutti perchè serve ad ampliare tantissimo il bagaglio personale. In tutto ciò spesso sono stato criticato per il troppo "girovagare", ma ho sempre preferito cercare qualcosa che mi stimolasse e che mi potesse dare qualcosa in più, sono una persona alla quale non piace rimanere fermo nella confort zone. In tutto ciò vorrei ringraziare tutti i tecnici al quale negli anni sono stato affiancato. Se ad oggi ho ottenuto questi risultati sono anche merito dei loro apprendimenti. Ed un grazie anche a Luca Bartolacci che in questi cinque anni mi ha sempre affiancato nella preparazione dei portieri, figura spesso sottovalutata nel movimento, ma fondamentale ai fini dei risultati e della crescita del ruolo.